I riduttori sono sempre stati considerati componenti essenziali nel mondo della meccanica, il loro successo risiede nella loro utilità. I riduttori sono trasmissioni meccaniche ad ingranaggi che trasportano il movimento di un motore alla macchina a cui sono applicati, riducendone la velocità per adattarla alle esigenze di funzionamento. Mentre riduce la velocità, il riduttore moltiplica la forza erogata, tecnicamente definita coppia. Il cambio di una biciletta ne è l'esempio più comune: il ciclista può impiegare la medesima forza in piano o suoi passi alpini. La comodità di poter azionare grandi macchine, utilizzando piccoli motori, fa del riduttore il modo più razionale, più affidabile e più economico per trasmettere potenza.
Questo riduttore è costituito da una ruota dentata cilindrica con denti diritti o elicoidali, generalmente l'elemento condotto, che ingrana su una vite senza fine, il movente. Questo tipo di ingranaggi vengono utilizzati per:
Sono una tecnologia consolidata per sistemi di grandi dimensioni, spesso utilizzati in applicazioni industriali con potenze elevate per sessioni di lavoro a ciclo continuo. Sono ancora oggi il segmento di mercato di maggiori dimensioni, vale oltre il 30% della domanda mondiale, e si dividono in tre categorie
Il riduttore in linea pone l'albero in uscita allo stesso livello dell'albero motore in entrata
Sia l'albero motore che l'albero coppia sono posizionati nella stessa direzione
L'albero coppia è posizionato ortogonalmente rispetto all'albero motore in entrata.
Nato come soluzione per le macchine semoventi, a partire dagli anni '80 ha conquistato quote di mercato anche nelle applicazioni industriali che necessitano la trasmissione di coppie elevate. Nella famiglia del Planetary possiamo distinguere due fratelli: quelli i riduttori epicicloidali a corona fissa, indicati per applicazioni nei settori industriali, e i riduttori epicicloidali a corona rotante, per applicazioni semoventi come macchine gommate o cingolate. Nel planetary a corona fissa l'albero in entrata (solare) aziona tre ingranaggi (satelliti) che a loro volta ruotano all'interno di un anello dentato fisso chiamato corona. I satelliti montati sul porta satelliti ruotano ad una velocità ridotta rispetto a quella originaria del solare, di conseguenza l'albero in uscita, solidale ai porta satelliti, ruota anch'esso a velocità ridotta. I riduttori a corona rotante hanno la stessa struttura dei precedenti, la differenza è che i satelliti e i porta satelliti, col loro movimento indotto dall'albero in entrata (solare) mettono in rotazione la corona. La corona è fissata alla ruota della macchina semovente e ne permette il movimento ad una velocità ridotta. In entrambi i casi, se aggiungiamo un altro stadio di riduzione epicicloidale, avremo creato un riduttore a due stadi e così via.
La forza del sistema epicicloidale risiede in 4 punti:
Il riduttore epicicloidale può essere confezionato su misura in base alle caratteristiche dello specifico impianto in cui viene installato.